I leader dell'ospitalità britannica sono cauti riguardo al futuro, poiché la pressione sui costi di gestione continua, secondo l'ultimo sondaggio sulla fiducia delle imprese svolto da CGA di NIQ.
Il sondaggio sulla fiducia delle imprese svolta per manager di oltre 8.000 siti di ospitalità è stato svolto a luglio e agosto 2024.
Poco meno della metà (49%) dei leader si sente fiduciosa riguardo alle prospettive per la propria attività nei prossimi 12 mesi. Questo dato è in calo di quattro punti percentuali rispetto alla cifra di maggio del 53% e rappresenta il terzo calo consecutivo trimestre su trimestre.
Il 36% dei leader si sente ottimista riguardo alle prospettive per l'ospitalità in generale nel prossimo anno, un aumento di due punti percentuali trimestre su trimestre ma nove punti percentuali in meno rispetto al livello di agosto 2023.
Quasi tre leader su cinque (58%) hanno registrato aumenti significativi dei costi salariali negli ultimi 12 mesi e tre quarti (75%) hanno visto almeno alcuni aumenti dei costi alimentari.
Karl Chessell, direttore di CGA by NIQ ha dichiarato: “Dopo più di quattro anni di interruzioni causate dal Covid e dall'inflazione, i leader dell'ospitalità sono comprensibilmente circospetti riguardo al futuro. Con i costi salariali e alimentari ancora in aumento e molti consumatori che sentono ancora la stretta sulla spesa, non sorprende che non ci sia stato un aumento dell'ottimismo post-elettorale.
“Tuttavia, un sollievo tanto atteso nei costi energetici e degli affitti ha allentato la pressione sui margini degli operatori, e possiamo essere ottimisti sul fatto che un allentamento dei costi dei consumatori libererà più spesa negli ultimi mesi del 2024. La fiducia dovrà rimanere molto cauta per un po' di tempo, ma con il giusto supporto del nuovo governo, l'ospitalità sarà ben posizionata per alimentare la crescita economica e creare posti di lavoro.”
La metà (50%) dei leader ha visto una riduzione delle bollette energetiche negli ultimi 12 mesi e più della metà (56%) non ha visto ulteriori aumenti dei costi di affitto.
Quasi nove intervistati su dieci (88%) hanno dichiarato che la riforma delle tariffe aziendali era una delle tre principali priorità, con una riduzione mirata dell'IVA (67%) e aumenti più sostenibili del salario minimo nazionale (52%) tra le altre principali preoccupazioni.