Le vendite retail britanniche nel mese di luglio sono calate al passo più veloce degli ultimi quattro anni per via della prudenza dei consumatori post-referendum, secondo l'ultima indagine condotta dal Confederation of British Industry. Lo studio mensile Distributive Trades Survey, che va a misurare e monitorare l'attività delle vendite, per il mese di luglio ha individuato un crollo dei volumi più rapido di qualunque altro periodo da gennaio 2012. Una delle principali cause è la debole consumer confidence legata proprio alla decisione del Regno Unito di uscire dall'Unione Europea. CBI ha aggiunto che le compagnie prevedono che i volumi delle vendite caleranno in ugual misura anche nel mese di agosto.
Le vendite di negozi di alimentari, arredamento e tappeti sono stati i principali driver del calo dei volumi complessivo, mentre department stores e retailers di calzature e pelletteria, hanno riportato volumi più alti. I department stores hanno visto una crescita del 52% nei volumi di vendita nel mese di luglio rispetto a giugno, quando invece avevano registrato un crollo del 45%. Rain Newton-Smith, chief economist di CBI, ha dichiarato che se le condizioni nel settore retail si sono indebolite, “si deve essere attenti a trarre conclusioni affrettate, in quanto i consumatori sono particolarmente cauti ora, subito dopo il referendum.” Newton-Smith ha aggiunto che gli attuali livelli bassi di inflazione e alti di assunzioni e occupazione, dovrebbero supportare la spesa nel breve termine, anche se l'impatto della sterlina bassa andrà ad aumentare l'inflazione nel tempo. “Ciò di cui aziende e consumatori hanno bisogno in questo momento è leadership calma e decisa, una tempistica chiara e un programma di negoziazione del futuro del Regno Unito fuori dall'UE, per ripristinare la confidence.”