I fashion retailers si trovano ad affrontare enormi sfide nei prossimi anni, poiché il crescente controllo sulle questioni ambientali da parte di clienti, autorità di regolamentazione, governi e investitori è sempre più rigido. Secondo un nuovo report di Moody's, al suo attuale tasso di crescita, l'industria della moda consumerà il 25% del budget mondiale di carbonio entro il 2050. Ciò significa che senza cambiamenti significativi è improbabile che rispetti i limiti di riscaldamento globale stabiliti dall'Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, portando ad un aumento massiccio della regolamentazione e dei costi di produzione per l'industria. I dati della società di consulenza BCG suggeriscono che il profitto before tax dell'industria della moda potrebbe superare i 300 punti base entro il 2030 se l'industria continuasse ad adottare il modello “prendi-fai-smaltisci”. I brand saranno costretti a passare ad un modello di “riduci-riutilizza-ricicla”, colpendo più duramente i marchi più piccoli poiché probabilmente faranno fatica a fare l'investimento iniziale. Non solo un maggiore controllo sulla sostenibilità sarà una sfida importante per i brand che vanno avanti, ma lo stesso cambiamento climatico inizierà anche a incidere sui costi di produzione. Ad esempio, la produzione di cotone in regioni come l'India e l'Asia, che dipendono da enormi quantità di acqua, è già influenzata dal clima più secco. L'industria del fashion è già il secondo più grande utilizzatore di acqua a livello globale dopo l'agricoltura, utilizzando il 10% della fornitura industriale totale, mentre la tintura ela finitura dei tessuti sono anche responsabili del 20% dell'inquinamento globale dell'acqua industriale. “L'adozione di strategie di sostenibilità, compresa la comunicazione e il raggiungimento di specifici obiettivi di sostenibilità, diventerà sempre più un fattore di differenziazione quando si tratta di aumentare il debito e di rivolgersi agli investitori”, afferma il report. “I social media stanno aumentando l'influenza e l'importanza delle opinioni dei consumatori. Di conseguenza, le aziende di abbigliamento dovranno mostrare più chiaramente dove e come realizzano i loro prodotti. Nonostante il crescente interesse per la sostenibilità, il suo passaggio al mainstream sarà graduale. La convenienza e il tenere il passo con i fashion trends rimangono le ragioni principali per un acquisto, con il supporto per la sostenibilità non necessariamente riflesso nel comportamento effettivo degli acquirenti. Ciò è dimostrato dal continuo successo di value brands come Primark, che vendono abbigliamento a buon mercato.”