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MONDO: oltre tre quarti dei retailer sono preoccupati dei timori dei consumatori in merito alla privacy e al trattamento dei loro dati personali, come rivela una ricerca di Wunderkind

Mentre i retailer comprendono la necessità di muoversi verso una maggiore raccolta di dati first-party e un coinvolgimento personalizzato degli shopper, molti rimangono preoccupati per la creazione di esperienze privacy-centric che soddisfino le crescenti richieste dei consumatori per un uso responsabile dei propri dati, come avverte l'ultima ricerca di Wunderkind, la principale soluzione di marketing delle prestazioni AI-driven. La ricerca originale di oltre 100 dirigenti senior del settore retail nel report CMO State of the Union 2024 di Wunderkind, ha mostrato che oltre tre quarti dei dirigenti del settore retail sono estremamente o molto preoccupati per la crescente apprensione dei consumatori in merito alla raccolta e all'uso dei propri dati personali. E, tra coloro i cui brand non utilizzano dati first-party, il 68% afferma che il problema principale che hanno nel farlo sono le crescenti preoccupazioni sulla privacy dei consumatori. Queste preoccupazioni sulla privacy sono confermate anche dagli shoppers, con l'80% dei consumatori del Regno Unito che afferma di essere preoccupato per il modo in cui i propri dati personali vengono estratti e utilizzati online. E mentre il 93% dei brand del Regno Unito afferma di essere trasparente con i clienti su come utilizza i propri dati, solo il 40% dei clienti attualmente è d'accordo. Questo “divario di fiducia in merito ai dati” non sta solo influenzando la fiducia dei consumatori nei brand e influenzando negativamente la percezione del brand stesso, suggerisce Wunderkind. Sta anche influenzando dove gli shoppers scelgono di spendere, con l'uso trasparente dei dati e la privacy che svolgono un ruolo chiave nelle relazioni autentiche retailer-shoppers sempre più richieste dai consumatori. Secondo un sondaggio di Intellias, due quinti degli shoppers del Regno Unito hanno maggiori probabilità di acquistare da retailer “fidati”, mentre un ulteriore studio di Forter ha suggerito che gli shoppers del Regno Unito spenderebbero in media il 44% in più con i brand di cui si fidano. “In un'epoca in cui le preoccupazioni sulla privacy sono in prima linea nelle discussioni globali, il modo in cui i retailer e i fornitori di tecnologia lavorano con la gestione dei dati dei consumatori non è mai stato così esaminato”, ha commentato Wulfric Light-Wilkinson, International GM di Wunderkind. “Annunci recenti, come la decisione di Google di passare ad un modello in stile Apple che dà ai consumatori il controllo sui cookie di terze parti tramite opzioni esplicite di opt-in o opt-out, evidenziano l'importanza della privacy dei dati, ma - forse ancora più importante - anche di dare ai consumatori la possibilità di scegliere e controllare i propri dati quando fanno acquisti online. La transizione dai cookie di terze parti sta spingendo i professionisti del marketing a innovare con la raccolta di dati di first-party e altre soluzioni privacy-centric. Sebbene questo cambiamento ponga delle sfide, apre anche la porta a pratiche di dati più etiche e sostenibili nel settore, aprendo la strada ad una nuova era di marketing responsabile”, ha concluso Light-Wilkinson.