Tatto. Gusto. Olfatto. Vista. Udito. Insieme alimentano le capacità di apprendimento esaminate nelle previsioni. Nei prossimi cinque anni l'evoluzione dei sistemi di cognitive computing porterà allo sviluppo dei "cinque sensi" di macchine immerse negli ambienti in modo interattivo, capaci di tradurre la natura in dati e imparare dall'esperienza acquisita. Ad esempio il tatto, quando si toccherà un cellulare si potrà percepire una simulazione più accurata di una superficie attraverso le vibrazioni emesse dal dispositivo, unite con una rielaborazione più dettagliata delle immagini. Il laboratorio "5 in 5" di Ibm esplora l'alchimia che nasce dalle sensazioni del gusto. Le prime applicazioni di cognitive computing dedicate all'olfatto saranno caratterizzate da una generazione di sensori che potrà analizzare in tempo reale il respiro di una persona e cogliere i primissimi indizi. Inoltre, le conversazioni e le modulazioni di voci influenzate delle emozioni diventano più riconoscibili con le tecniche di deep learning: si tratta di indizi che possono essere adoperati anche per capire più a fondo lo stato d'animo delle persone e adattare di conseguenza le vetrine digitali.