
I dazi stanno costringendo la moda a confrontarsi con una realtà che ha rifiutato di affrontare. Non perché il sistema stesse funzionando, ma perché l'industria era illusa che lo fosse. Adesso, con i margini che crollano e i costi dei magazzini che aumentano per i dazi sulle importazioni, si rischia un brusco risveglio. Più che una crisi questa è un'opportunità per ricostruire la moda su nuove basi: intelligente, resiliente e reale
Non è il primo shock che colpisce la moda. Ma a differenza dei pericoli legati al rischio climatico o dei requisiti astratti ESG, i dazi colpiscono dove fa più male: il conto economico. L'intero modello — tempistiche lunghe, minimi produttivi elevati, catene logistiche fragili — è debole da anni. Ora, i dazi lo stanno spingendo ad un punto di svolta.
Gli stock sono da tempo l’asset più pericoloso della moda con costi enormi legati a prodotti invenduti, sovraproduzione, trasporti inutili, sconti e resi. Il tipico modello di riferimento — produrre in anticipo, sperando che venga venduto — diventa sempre più un difetto strutturale. I dazi hanno semplicemente reso il costo di questo difetto impossibile da ignorare
Il capitale circolante immobilizza capitali che potrebbero finanziare la sperimentazione. Rallenta i brand quando la velocità è tutto. Lega i creatori a cicli che sono disallineati con la realtà del mondo
Cosa attendersi dopo lo shock degli ultimi giorni? Quando un sistema è obsoleto lo cambi e costruisci qualcosa di nuovo — un modello di business più adattivo, intelligente e allineato con la realtà del mondo
Il futuro della moda non è muoversi più velocemente nella stessa direzione quanto di modificare completamente l’impostazione. Stiamo entrando in un mondo in cui i vestiti verranno prodotti solo quando sono richiesti, dove la produzione avviene il più vicino possibile al cliente e dove i design esistono digitalmente fino al momento in cui sono necessari fisicamente
È ciò che accadrà progressivamente quando le reti sostituiranno le catene — quando nano-, micro- e macro-fabbriche decentralizzate formano una rete intelligente che indirizza la produzione in tutto il mondo con sprechi minimi e la massima reattività. Le fabbriche di domani non sono "one-size-fits-all". Sono specializzate, in evoluzione e consapevoli del contesto — ciascuna una nodo proattivo in una rete creativa
Per gestire questa complessità, la moda non ha bisogno di più controllo — ha bisogno di più intelligenza. Ed è qui che l'intelligenza artificiale diventa non solo utile, ma indispensabile
L'AI diventerà il tessuto connettivo che collega la domanda alla produzione immediata su scala globale, la capacità all'opportunità, e il creatore al cliente. Abbraccia il cambiamento dinamico, facilita la collaborazione in tempo reale ed elimina l'incertezza che ha definito l'industria per troppo tempo
Stiamo entrando in un contesto in cui la creazione è rapida quanto l'ispirazione, in cui i feedback tra creatori e mercati si riducono da mesi a momenti, in cui i modelli di business evolvono in tempo reale e le nuove idee non devono combattere l'inerzia delle vecchie infrastrutture
L'AI non consente la centralizzazione, ma la sincronizzazione. Potenzia l'eccellenza decentralizzata. E consente agli esseri umani di concentrarsi su ciò che solo gli esseri umani possono fare: creare, connettere e ispirare
Una nuova logica per una nuova industria Ciò che stiamo vivendo non è una crisi, e’ un'opportunità di reinventare un modello di business
La moda sta abbandonando la logica dell'era industriale — dove la scala dimensionale era tutto e il controllo prevaleva sulla connessione. Al suo posto, sta emergendo una nuova logica costruita su reattività, resilienza e relazioni in tempo reale
I brand che prospereranno in futuro non saranno i più grandi, ma quelli più allineati — con i loro clienti, con i loro partner e con il mondo. Opereranno con trasparenza, itereranno più velocemente delle tendenze della moda, trasformeranno la volatilità in vantaggio e la regolamentazione in slancio
E smetteranno di sprecare tempo, denaro, materiali, persone e idee
I dazi non hanno solo reso la moda più difficile, hanno reso la trasformazione inevitabile
La sfida è quindi costruire un sistema che sia degno della creatività, dell'energia e dell'individualità che la moda ha sempre affermato di rappresentare — ma che raramente ha conseguito. Un sistema che sia intelligente per design, sostenibile per struttura ed equo per default. Un sistema in cui i produttori e i consumatori possono connettersi liberamente, senza sprechi o compromessi. Un sistema in cui il business diventa un catalizzatore — non una gabbia
L’opportunità oggi è abbracciare il futuro dell'abbigliamento - personale, espressivo, reale – per garantirsi la competitività di mercato nella società che cambia