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Fast Retailing, capogruppo di Uniqlo, monitora il possibile boicottaggio dei consumatori cinesi per i commenti del CEO sul rischio di lavoro forzato nella regione dello Xinjiang

Il CEO della società proprietaria del marchio di abbigliamento ha dichiarato che Uniqlo non si rifornisce di cotone dalla regione dello Xinjiang, in Cina, che è stata accusata di lavoro forzato negli ultimi anni, provocando richieste di boicottaggio dei consumatori contro il gigante dell'abbigliamento casual in Cina.

In un'intervista con la BBC a Tokyo, Tadashi Yanai, CEO di Fast Retailing, ha fatto questa dichiarazione. Sul sito di social networking cinese Weibo, il tweet di Yanai è diventato virale con due hashtag, e molti utenti hanno criticato il marchio e hanno promesso di non acquistare mai più i suoi prodotti.

Con oltre 900 negozi nella Cina continentale, la Cina è il più grande mercato internazionale di Fast Retailing. Più del 20 percento del fatturato dell'azienda proviene dalla Cina, che comprende Taiwan e Hong Kong.

Per le aziende internazionali con una presenza significativa in Cina, il campo minato geopolitico dell'approvvigionamento dalla regione dello Xinjiang si è rivelato problematico. Si e’ verificato in passato con H&M, oggetto di boicottaggio dei consumatori cinesi quando il retailer ha rilasciato una dichiarazione sul proprio sito web esprimendo preoccupazione per le accuse di lavoro forzato nella regione dello Xinjiang e annunciando che non avrebbe più acquisito cotone dalla regione.

Sebbene anche altri marchi occidentali come Nike, Puma, Burberry e altri fossero coinvolti nella controversia, H&M ha subito la maggior parte della reazione dei clienti contro le aziende che si rifiutavano di approvvigionarsi di cotone dalla regione dello Xinjiang, vedendo i propri negozi rimossi dalle principali piattaforme di e-commerce e le loro sedi spostate dalle app di mappe in Cina.

Ad ottobre Fast Retailing ha riportato un fatturato annuale record di 20,8 miliardi di dollari per l'anno fiscale che termina ad agosto, trainato dalla forte domanda del suo marchio Uniqlo in Nord America ed Europa, nonostante un calo delle vendite in Cina.